Gian Ruggero Manzoni segnala La vita immaginata

La vita immaginata

Gian Ruggero Manzoni segnala La vita immaginata

Queste le parole di Gian Ruggero Manzoni, scrittore, poeta, critico d’arte, estrapolate dal suo profilo Fb:

LA VITA IMMAGINATA di Giovanni Peli, postfazione di Massimo Morasso, Lamantica Edizioni.
Dalla bella postfazione del sempre bravo Massimo Morasso: “Leggendo capita di percepire che il destino del singolo uomo non esista, giacché il destino di ciascuno di noi non è, in fondo, che l’avventuroso riflesso del cammino di una comunità, tra ordine (e dis-ordine) culturale e ordine naturale. Non si sa se come una speranza o una minaccia o, forse, tutt’e due, «nel mondo immobile della segregazione» si avverte l’incombenza sulla nostra vita del cosiddetto primato del politico, che, tuttavia, Peli inscrive fra le pieghe sentimentali del suo discorso come un ‘fatto’ che muove una più alta ansia di senso”. Libro intelligente, questo di Giovanni, che ci proietta in dimensioni dell’essere alte… volutamente alte… e che costringe il lettore a fare i conti con l’immane tragedia dell’attuale pandemia, mettendo in discussione presente e futuro, identità e azione collettiva. L’autore, come è stato notato anche da altri critici, non rinuncia, in una sincerità mai ammansita né caricaturale, a sterzare verso i territori della responsabilità, infatti il suo prosare tagliente stigmatizza il flusso di informazioni distorte veicolate dai social, spesso pozzi senza fondo di opinioni intellettualmente disoneste e pericolose. Mirabile questa sua prosa poetica: “Le estati roventi sono passate più fruttuose di quanto i morti avrebbero potuto mai immaginare, crescendo e perdendo sempre più la voce, come te, papà, ho sospettato che la gente se ne andasse via come passeri incalliti, per non perdere tempo con me, eppure nella solitudine ho trovato altre boccheggianti entità come prede volanti vicine al sole, tutta gente leggera, rispettosa del respiro, conforme, gente da richiamo. E mentre c’erano padri che castravano, con voce ferma (dicendo: mai vicino al sole!), tu, papà, quando avevi ancora voce piena e grossa da far sgranare gli occhi agli infanti, senza proferire parola, solo in un suono in fondo potenzialmente verbo di dio dalla caverna del petto allargato e peloso, naturalmente con piena volontà e controllo del respiro, dicevi muto: scegli il tuo sole e fanne ciò che vuoi”. Libro da ordinare; libro da leggere.

La vita immaginata

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