Giovanni Peli EP

Eureka2

Giovanni Peli EP

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Viale Venezia

E Gigi con lo stesso sguardo severo da cinquant’anni
dice “gli stranieri fanno coda agli sportelli
fanno paura a mia figlia che è bella”
e Luca ride di gusto di un riso involontario e contagioso
è un uomo semplice e ignorante e vuole bene solo a Lulù.

Disse il gatto che la notte è fatta per grattare le porte
non dormo neanch’io e nel sonno mi sparano al cuore
e non so pensare ad altro che non sia
“ma quando dormirò?”

Ho il controllo di me
ho il controllo di me.

Non mi hai mai chiamato “tesoro”, e meno male.

Meno male che non ho creduto in niente,
mi sento veramente bello oggi sono una calamita
e se non sbatto non si stacca nessuno.
Fuoco-di-paglia si è svegliato male
allora cerca complici nell’aria
lui che come i poeti non ha mai creduto in niente.
Nessuna pietà.

Ho il controllo di me
ho il controllo di me.

Un traffico orrendo, i cagnolini che tirano
ma Gesù insiste nel chiamarti tu finalmente gli dai retta
lui urla “non fare tardi bidone”.
Tu con queste doti ridi di gusto e sei risentita…
per tutto quello che vedi che vola che ti circonda
tu che sai il motivo e dai i nomi che vuoi…
infatti arriva Gesù dice “ci vediamo più tardi”
e torna indietro e vi separa solo Viale Venezia.

 

Qualcuno non mente

Dove sei stata stanotte
il cielo è solcato di rosso
un volo che atterra sempre puntuale
stanotte si è sciolto nel vuoto
il mio cane continua a gridare
la luna non dice mai niente
io restauro il mio sogno e lei mente.

Il gatto è in amore l’amata è una cosa
che non funziona più
e tu addolcita dalla violenza
ti metti a giocare con lui.
Micio osserva un filo di nylon
che ormai gli sembra infinito
tu ti fai soffiare via dal letto e dalle pagine
scappiamo sul dito che racconta di noi.
Il mio cane continua a gridare
la luna non dice mai niente
io restauro il mio sogno e lei mente.

Tu per me sei stata un gigante
più grande di mille montagne
più importante del mio grande pensiero
io ero un impero e bruciavo
fuoco in ogni contea
tu eri l’idrante e il mio corpo fumava
fuoco nella mia mente
io restauro il mio sogno e lei mente.

Ora sei sola e dispersa nel vuoto
io fumo da solo e il cane è tranquillo
due ore e finisco il restauro
a volte qualcuno non mente
qualcuno trasforma in qualcosa
un vecchissimo niente.

 

Fuori dal teatro chiuso

Fuori dal teatro chiuso
hai fatto presto come mai?
Un’ora giù a guardare il cielo ma è sempre meglio di
una commedia che non finisce mai
e stasera non è iniziata
chiuso tutto fino a lunedì.

Sì che chiamo adesso sì
lo sai che non dormo mai
magari sei già a casa ti penso sempre ho in testa sempre
-e stasera è un po’ morboso perché
chiuso tutto fino a lunedì-.

Meravigliosa mi menti ancora
ma dove vuoi andare
a chi lo devi dire se non a me
Meraviglioso mi menti ancora
ma dove vuoi che vada
con chi potrei mai stare se non con te.
Se non con te.

Fuori dal teatro chiuso
se torno presto ti chiamo io
son passato di lì ho aspettato le nove così
per guardarti camminare
“ma cosa aspetta stasera signore
chiuso tutto fino a lunedì”.

 

Come fa la luna

Sembrava te una rosa
quando restavi sola
e tu ridi come fa la luna.

Seduto giù per terra
scrivo “ciao” sul muro
e mi chiedi quando finirò.

Dico: “Perché ti interessa, amore?”

Leggiamo piano insieme
poi dico al cielo stanco
“Sento, lo so, sono come te”.

 

Cuore di pietra

Forse sono stato io, o forse il mio pensiero
ti hanno tolta dall’elenco delle cose in cui credo.
Non ho mai creduto in dio, lui bussava ed io non c’ero
dicono che parla e ha cento volti che io non vedo.
Non ho mai creduto ai matti, che mi trovano davvero
e dicono di scappare da cento mostri che io non vedo.

Non ho mai creduto ai forti, né agli uomini di polso
che trasudano violenza ad ogni gesto ed ogni parola è un credo.
Non ho mai creduto ai vinti, che non camminano da soli
e mi dicono di amare il mio nemico ma io lo odio e non cedo.
Ho creduto solo in te, al nostro lungo addio
a certe voci dolci ben nascoste che capisco solo io.

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© 2024 Giovanni Peli | Foto di Paolo Piccoli